Leo Nucci

Lettera 13.2.1997 in “Il tempo della memoria – Cronache fiorentine” op. citata

È molto difficile parlare delle qualità di un amicosenza cadere nella retorica o nello scontato. Giuliano Pini è sicuramente un amico, ma è anche un artista che ammiro profondamente. Pini è un pittore con la musica nel pennello, può sembrare un assurdo, ma non lo è.

Giuliano trasforma in immagine l’amore per la musica che ha nel cuore.

Nei suoi quadri Antonio Gades balla con il fuoco e i conflitti di passioni che sono nella musica e nella cultura spagnola. I per­sonaggi di Wagner vivono come se stessero cantando l’incubo di quelle favole che il grande compositore tedesco ha racconta­to in musica.

Il tormento che il sublime, inimitabile, Alfredo Kraus ha messo nella “sua” creazione di Werther è colto da Pini con la sensibi­lità di chi intende alla perfezione i valori che la musica espri­me.

Ecco perché Giuliano Pini ha la musica nel pennello; è un musicista che scrive le sue note con i colori della sua tavoloz­za. I ritmi, i fortissimi, le armonie, sono nei profili taglienti, nei colori di fuoco, nella concezione prospettica dell’assieme dei suoi quadri.

Nella vita può capitare la fortuna di dirsi amico di un grande artista. A me capita!

Leo Nucci

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